Decreto ingiuntivo: tutto quello che c’è da sapere

Ricevere un decreto ingiuntivo può essere destabilizzante! Proprio per questo motivo è importante mantenere la calma e affrontare la situazione con lucidità.

Prima di tutto è necessario prendersi del tempo per leggere attentamente il documento, in modo tale da comprendere le cause che hanno condotto alla richiesta d’ingiunzione e per individuare eventuali errori o discrepanze.

Dopodiché è consigliabile consultare un avvocato per tentare di negoziare con la controparte o per impostare una strategia difensiva dinanzi al tribunale competente.

In ogni caso è fondamentale esaminare la situazione con determinazione, senza farsi prendere dal panico, al fine di individuare il miglior percorso da seguire in base alle circostanze del momento.

Sommario:

  • Che cos’è un decreto ingiuntivo?
  • È possibile difendersi in seguito alla notifica del decreto ingiuntivo?
  • Cosa succede se non si contesta un decreto ingiuntivo?
  • Quali esiti può avere l’opposizione a decreto ingiuntivo?

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Il primo passo per capire come gestire una richiesta d’ingiunzione è informarsi. Il decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal Giudice, su richiesta del ricorrente, attraverso il quale viene chiesto al debitore di pagare una determinata somma di denaro o di consegnare una cosa determinata o una certa quantità di cose fungibili.

Si tratta di un provvedimento reso inaudita altera parte – cioè senza ascoltare le ragioni del soggetto contro cui il decreto ingiuntivo è rivolto (il debitore) – solo sulla base di una valutazione sommaria e a carattere esclusivamente documentale.

In pratica il creditore, per ottenere dal Tribunale una pronuncia a suo favore, in forme più agili e spedite rispetto a quelle ordinarie, può avvalersi di un procedimento speciale a contraddittorio eventuale e differito.

A tale procedura il debitore partecipa, solo se intende opporsi, nei termini e nelle forme previste dalla legge e comunque dopo l’emissione del decreto ingiuntivo.

È possibile difendersi in seguito alla notifica di un decreto ingiuntivo?

Nel momento in cui si riceve la notifica di un decreto ingiuntivo un giudice ha già esaminato le carte fornite dal creditore reputandole idonee a dimostrare l’esistenza del credito senza però aver analizzato alcuna documentazione a supporto delle ragioni del debitore.

Il destinatario dell’ingiunzione di pagamento però, entro 40 giorni, può opporsi fornendo le prove per contraddire le affermazioni del creditore.

Con determinate condizioni è ammissibile anche l’opposizione tardiva cioè proposta dopo la scadenza del termine di 40 giorni dalla notifica.

Quest’ultima ipotesi è prevista dall’articolo 650 c.p.c. che consente al debitore di agire tardivamente solo se riesce a dimostrare che, per caso fortuito o forza maggiore, non abbia avuto tempestiva conoscenza del decreto ingiuntivo. In ogni caso, l’opposizione tardiva verrà dichiarata inammissibile se presentata dopo 10 giorni dal primo atto di esecuzione.

Dunque, è sicuramente possibile difendersi in seguito alla notifica di un’ingiunzione di pagamento ma occorre rispettare i termini altrimenti, anche in presenza di valide contestazioni, il decreto ingiuntivo diventerà definitivo e conseguentemente non sarà più possibile mettere in discussione il suo contenuto.

Cosa succede se non si contesta un decreto ingiuntivo?

Una volta ricevuta la notifica di un decreto ingiuntivo, il debitore ha 40 giorni di tempo per opporsi all’ingiunzione altrimenti, per evitare i pignoramenti, dovrà effettuare il pagamento della somma indicata nell’atto notificato.

Eccetto le ipotesi previste dall’articolo 642 del codice di procedura civile, il creditore, per attivare le procedure esecutive, dovrà attendere 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo e potrà farlo solo in assenza di contestazioni da parte del soggetto che ha ricevuto l’atto di ingiunzione. Invece, nel caso in cui il debitore proponga un’opposizione non potranno essere intraprese azioni esecutive fino a quando il contenzioso non giungerà al termine, salvo che il giudice, alla prima udienza, ritenga l’opposizione non fondata su prova scritta o di pronta soluzione.

Quindi il decreto ingiuntivo ha conseguenze per il debitore il quale se non agisce tempestivamente, per opporsi all’ingiunzione o per effettuare il pagamento, rischia il pignoramento.

Quali esiti può avere l’opposizione a decreto ingiuntivo?

Prima ancora di indicare i diversi esiti che può avere un’opposizione va considerata anche l’ipotesi in cui le parti decidano di raggiungere un accordo bonario senza affrontare il contenzioso o interrompendolo prima della pronuncia del giudice.

Infatti, intraprendere una causa non preclude la possibilità di transare.
A dir la verità il legislatore prevede uno strumento utile per riaprire il canale comunicativo tra le parti in conflitto: la mediazione.

Tale strumento – che ha lo scopo di interrompere la disputa tra le parti – in molte cause è previsto come condizione di procedibilità della domanda e, quindi, da esperire prima di promuovere il giudizio davanti al tribunale.

Dopo aver individuato soluzioni alternative alla conclusione di una causa vera e propria passiamo a delineare gli esiti a cui può condurre un’opposizione.

L‘opposizione, infatti, può essere totalmente rigettata e in tal caso, il decreto diviene definitivo; oppure, al contrario, integralmente accolta rendendo inefficace il decreto ingiuntivo.

Oltre alle delineate ipotesi, il giudice può accogliere solo parzialmente l’opposizione considerando fondate le ragioni di entrambi i litiganti, ma solo in parte: in questo caso il decreto ingiuntivo verrà sostituito da una sentenza, che diverrà il nuovo titolo esecutivo.

In conclusione, per quanto sia comprensibile trovarsi in uno stato di agitazione dopo la notifica di un decreto ingiuntivo è importante non farsi prendere dal panico e adottare un approccio razionale consultando un legale per valutare le opzioni possibili.

Avv. Debora Castellani